13.000 profughi dalla Costa d’Avorio
article en italien
par ernesto volonterio | publié le 12 dicembre 2004 |
Nove soldati francesi uccisi, la distruzione dell’aviazione ivoriana, il rimpatrio di 120 italiani e
una prima dichiarazione del Consigilio dell’Onu hanno impegnato la comunità internazionale a sanzionare la vendita delle armi al governo ivoriano.
Un’atto che sembra già coinvolgere la comunità europea, ben attenta a mantenere una veglia tra i confini euro-africani.
Ma nella repubblica africana si addensano aride trame.
Le condizioni più gravi riguardano 13.000 profughi. E’ l’alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati a offrire le prime stime. In due sole aree di raccolta poste in Liberia, Butuo e Gborplay, sono oltre 10mila gli ivoriani registrati.
Nella piccola città di Butuo, a 2 chilometri dal confine che divide la Costa D’avorio con la Liberia, sono stati registrati oltre 5mila rifugiati e la presenza di un solo pozzo idritico rende la condizioni di accoglienza molto difficili.
In questo intralcio una promessa dichiarazione di ricorso alla Corte Internazionale di giustizia, da parte del governo in carica sembra aprire esili spiragli.
Nei confronti di uno dei paesi più prosperi e che in Africa ospita ancora il più alto numero di stranieri rimane ancora al vaglio la promessa d’embargo, che mantiene i responsabili dell’Onu cosi trincerati alla richiesta del cessate il fuoco e al ripristino degli accordi di pace firmati nel maggio 2003 a Parigi e poi ad Accra e poi violati unilateralmente secondo l’organizzazione dell’Unione africana dal regime del presidente ivoriano.
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